Blog: Parlano di Noi: “Business dai liquami: Il modello San Lorenzo”

Separatore mobile, progetto unico nel suo genere di cui è soggetto capofila per la realizzazione la coop San Lorenzo di Pegognaga, è stato ideato nell'ambito del Progetto concordato del 2008. È un'innovazione tecnologica e scientifica che investe tre settori: la zootecnia, l'orticoltura e il biogas. Il macchinario separa il liquido dal solido nelle deiezioni animali: il solido viene delocalizzato in aziende che non hanno zootecnia in modo da abbassare il carico di azoto alle aziende zootecniche, che hanno la possibilità di esportare fino al 30% di azoto. I vantaggi sono sia per l'allevatore, che smaltisce il prodotto in esubero, sia per l'acquirente che ha la possibilità di utilizzare sostanza organica di prima qualità, come nel caso degli impianti di biogas che possono sostituire il trinciato di mais con il letame paglioso. In questo caso una tonnellata di trinciato di mais può essere sostituita da 2,5 tonnellate di separato solido (nel 2014 ne sono state prodotte 15 mila tonnellate). E questo costituisce un elemento di mercato futuro, ancora in divenire.

Alla San Lorenzo di Pegognaga il separatore funziona a pieno ritmo nel giorno della visita in azienda: il giorno successivo sarà a disposizione di un'altra impresa agricola, dove resterà per almeno 5 giorni. E così a turno. Per chi ne fa richiesta. Il separatore mobile è anche un prodotto tutto made in Mantova: il carrello da trasporto balloni è stato realizzato dalla Dotti di Poggio, il gruppo elettrogeno dalla ditta Folloni di Pegognaga, l'assemblaggio è a cura della ditta Doda di Buscoldo. I contoterzisti (i fratelli Casari) trasportano il prototipo nelle aziende.

Il progetto ha generato innovazione tecnologica e aperto due strade: quella agronomica, con l'utilizzo del fertilizzante organico, e quella energetica, con l'utilizzo del materiale solido per le centrali biogas al posto del mais. Una svolta scientifica intrapresa grazie alla collaborazione con il Crpa di Reggio. Oggi è in cantiere il proseguimento di questo progetto grazie all’idea di un gruppo di giovani della coop, che hanno avviato un allevamento di lombricoltura per il giardinaggio ed orticoltura. «Con questo progetto - sostiene l'agronomo Garimberti - si è costituito un modello di rete d'imprese che pur appartenendo a filiere diverse (zootecnia, biogas, orticoltura) trovano un punto d'incontro». Ad illustrare il prototipo anche il presidente della San Lorenzo, Claudio Caramaschi, l'amministratore e socio Alessandro Gandolfi, il tecnico agronomo dell'Associazione mantovana allevatori Stefano Garimberti e il deputato del Pd Marco Carra (commissione agricoltura della Camera). «È un progetto che ha destato l'interesse del ministero - ha riferito il deputato - e che va sostenuto per cogliere le opportunità nel settore e fornire un a possibile soluzione al problema nitrati».

Paola Merighi - Gazzetta di Mantova 31 dicembre 2014